giovedì 16 settembre 2010

Lego-art is Lego cult. I Lego nell'arte contemporanea


I lego, dal termine danese "leg godt" ( gioca bene), i famosi mattoncini colorati assemblabili, creati dal falegname Ole Kirk Christiansen nel 1934 prima in legno e poi in plastica, commercializzati dall'azienda omonima danese produttrice di giocattoli, che hanno stimolato la fantasia e la creatività di intere generazioni di bambini, sono divenuti ora strumento per la  produzione di arte contemporanea. 
L'artista tedesco Jon Vormann, di 27 anni li ha usati come strumento principale del suo lavoro artistico, chiamato "Dispatch work", termine dal senso non definito in quanto gergo usato in radio dai poliziotti americani per trasmettersi informazioni, sembra che significhi "passo e chiudo". Durante un festival di arte contemporanea chiamato "20 Eventi" , svoltosi nei pressi di Roma precisamente a Bocchignano, l'artista mentre passeggiava è rimasto colpito dall'architettura del paesino, specie dalla varietà dei materiali delle costruzioni civili. Da ciò dunque sarebbe partita la sua originalissima idea, semplice quanto infantile, di utizzare i mattoncini Lego per riempire le crepe e i buchi che affliggevano i palazzi, le mura del paese ed altre strutture. L'idea nata per caso è diventata un vero e proprio metodo di lavoro per l'artista, tant' è vero che ha riparato, e sta lavorando tutt'oggi, anche le architetture di altre città internazionali come Tel Aviv, Belgrado, Berlino, New York ed altre. Un vero e proprio metodo lavorativo per dare smalto e colore a vecchi palazzi ingrigiti dallo smog e consumati dal tempo.

Esempi di architetture con i Lego:


Bocchignano



New York


Tel Aviv


Oltre a Vormann, anche un altro artista, l'italiano Marco Pepe, alias Udronotto, ha utilizzato i mattoncini Lego come forma espressiva dei suoi lavori per conferire all'arte semplicità ed immediatezza di linguaggio. I lavori di Udronotto, divulgati attraverso il web e in seguito a esposizioni in gallerie di arte  contemporanea, consistono nel riprodurre con i Lego delle parodie  di opere famose, siano esse quadri di importanti pittori o scene di film o fotografie. L'idea ha l'intento di una vera e propria funzione divulgativa dell'arte per avvicinare ad essa un pubblico variegato per cultura e per età, includendo i bambini che così iniziano a familiarizzare con l'arte e gli adulti che riscoprono quel lato infantile inconscio che risiede nell'essere umano e non lo abbandona mai.

Ritratto dei coniugi Arnolfini di Van Eych

L'uso dei Lego è diventato un vero e proprio cult,  il loro utilizzo è stato trasportato anche nella moda, ad essi si è infatti ispirato lo stilista francese Jean Charles de Castelbajac, "stilist" che cura pure l'abbigliamento della cantante americana Lady Gaga, per costruire graziosi cappellini ed abbellire i suoi vestiti. Lo stilista inoltre per stupire gli spettatori, ha inaugurato una sua sfilata con una video di computer grafica intitolato Lego sfilata, eseguito per l'occasione dal francese Fabrice Pathier, dove i diversi modelli di abiti sfilano davanti ad un coloratissimo pubblico.

Ecco il video:

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